Una volta che il bambino è nato grande importanza diamo al suo nutrimento che sappiamo essere funzionale alla sua sopravvivenza e al suo sviluppo. Un nutrimento sicuramente “materiale” che può essere fornito dalla madre attraverso diverse modalità di seguito brevemente elencate.
Allattamento al seno esclusivo – il bambino è nutrito dal latte materno durante la poppata, non sono forniti altri alimenti o liquidi, compresa l’acqua (eccetto medicinali, vitamine e sali minerali; è consentito dare latte materno spremuto).
Allattamento al seno predominante (o prevalente) – il bambino è allattato al seno e gli vengono date anche piccole quantità d’acqua, oppure bevande a base d’acqua, come il tè. Allattamento al seno completo – il bambino è nutrito esclusivamente o prevalentemente dal seno materno.
Allattamento mediante biberon – il bambino è allattato con il biberon, con qualsiasi alimento, incluso il latte materno spremuto.
Allattamento artificiale – il bambino viene nutrito con latti artificiali senza il latte materno.
Le tipologie di allattamento differiscono per modalità (al seno o attraverso biberon) e per nutrimento fornito (latte naturale o artificiale – il latte materno presenta molti vantaggi a livello nutritivo come sottolinea l’OMS in diverse pubblicazioni) ma sono funzionali, non solo a uno scopo nutritivo ma, anche, alla creazione, allo sviluppo e al consolidamento del legame tra la madre e il suo bambino. Il legame tra madre e neonato, infatti, ha bisogno di essere continuamente “nutrito”, ridefinito, rinsaldato e non si presenta né scontato, né necessariamente immediato, ma ha bisogno di costanza, di situazioni di conoscenza reciproca, di scambio, di sintonizzazione e di un ambiente supportivo. Già nei primi giorni di vita del neonato l’avviarsi dell’allattamento risulta essere un momento della relazione molto importante per tutti i significati psicologici che sottostanno ai vissuti di questa esperienza, così carica di emozioni intense e profonde sia per la madre sia per il bambino. È un momento di “incontro” in cui non passa solo il nutrimento “fisico”, il buon latte della mamma o del biberon, ma anche un nutrimento psicologico fatto di sguardi molto intensi, sorrisi, pensieri della mamma, attese, l’abbandonarsi del piccolo tra le braccia della mamma, calore, contatto corporeo, senso di fiducia e sicurezza, cura…
In entrambi i partner i vissuti di questa esperienza servono a costruire una serie d’immagini di “Sé con l’Altro” che saranno fondanti nel divenire di questa nuova relazione tra la madre e il suo bambino reale. Queste prime interazioni relative all’allattamento saranno tentativi volti all’incontro e al riconoscimento reciproco e daranno inizio a quel processo di “sintonizzazione” e di “rispecchiamento” necessario per la costruzione del Sé nel bambino e per il sentimento di adeguatezza e di competenza nella mamma (Mamma che potrà pensare “Sono una mamma capace di crescere il mio bambino”).
La madre quindi sarà capace di contenere psicologicamente ed emotivamente il suo bambino, facendolo sentire al sicuro, protetto e gratificato grazie anche a una capacità di holding (abbraccio caldo e accogliente). Nell’holding il bambino si sentirà appagato nei suoi bisogni, calmo e sereno e restituirà alla mamma uno sguardo intenso, ricco d’intese significative, potendo così segnalarle i suoi stati interni, in modo che la mamma li possa cogliere e accogliere significandoli e garantendo un senso di continuità all’esistenza stessa del bambino.
Tutto questo processo getta le basi per quello che sarà lo sviluppo, durante tutto il primo anno di vita, del legame di attaccamento necessario alla sopravvivenza del piccolo.
Con il proseguire dell’allattamento la madre acquista consapevolezza del suo ruolo e delle sue capacità rispetto al suo bambino e, maggiore sarà la sua consapevolezza, minori saranno le possibilità d’invasione da parte di vissuti persecutori e d’inadeguatezza, di estraneità o depressivi rispetto alla relazione con il proprio bambino. La madre comprenderà sempre meglio la fragilità e la dipendenza del suo bambino ma gli riconoscerà anche la capacità di inviarle dei segnali – guida per la cura e l’accudimento.
Alla luce di quanto detto si possono comprendere bene le parole di Winnicott quando dice: “L’allattamento ha tutte le possibilità di essere fonte di ricchezza e di stimolo per i due partner quando soddisfa desideri e calma timori. Al contrario, laddove esso conferma le paure o determina le delusioni, rischia di divenire un comportamento ripetitivo sempre più patologico e carico d’ansia” (Winnicott, “I bambini e le loro madri” Cortina Editore, 1987).
In chiusura vorremmo sottolineare un aspetto importante relativo alla scelta di alcune mamme di prolungare l’allattamento fino ad una “apparente” richiesta del bambino. Bisogna considerare il significato psicologico alla base di una decisione di questo tipo, nel bene e nel male, che potrebbe essere tradotta con queste parole “ti rassicuro e ti coccolo vs ti mantengo dipendente e piccolo”, questi significati coesistono in un allattamento prolungato, pertanto sarebbe bene riflettere sempre su questa scelta e comprenderne la portata.
Giugno 6, 2016