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La prima infanzia è un tema molto caro al Consultorio Familiare Udinese. I professionisti dell’età dello sviluppo cureranno, da ora in poi, una rubrica mensile sul mondo della famiglia. Il nostro scopo è mettere a patrimonio comune le riflessioni sulla genitorialità attraverso la viva voce appassionata dei nostri psicologi e psicoterapeuti, che seguono mamme, papà, nonni e bambini 0-3 anni a Udine. Buona lettura!

Cari Lettori, 

abbiamo deciso di aprire questa piccola rassegna di brevi articoli riguardanti la Prima Infanzia seguendo un itinerario, che risulterà, forse, un po’ insolito rispetto ai normali canoni. Gli addetti ai lavori che si occupano della Prima Infanzia hanno, di solito, come oggetto di studio principale il bambino, in tutte le sue fasi di crescita, e analizzano tutti i processi attraverso i quali il bimbo, dalla nascita in poi, riesce ad emergere nella sua individualità, prima abbozzata e poi sempre più focalizzata e delineata grazie alla relazione con il caregiver in primis ed in seguito con gli altri membri del suo ambiente. Questo è senz’altro corretto.

Ci piace pensare, però, che sia indispensabile guardare anche in un’altra direzione, antecedente alla nascita, intima, significativa tanto per la mamma quanto per il bambino. Pensiamo che il bambino, ancor prima di nascere, sia già “presente” ed “esista” dentro le rappresentazioni del caregiver, di solito la madre.

Questo bambino lo chiameremo il “Bambino Rappresentato” a cui farà seguito, dopo il parto, il “Bambino Reale” che crescerà seguendo certamente un percorso a tappe. La crescita del bambino sarà necessariamente influenzata da una serie di rappresentazioni presenti nella mente della madre. Queste rappresentazioni materne riguarderanno suo figlio, se stessa in quanto “figlia di” e “madre di”, il partner, ma anche i suoi stessi genitori.

Intuirete facilmente la complessità che si creerà dalle interazioni di tutte queste rappresentazioni materne, che diventerà ancora più articolata interagendo con le rappresentazioni proprie del bambino.

Di tutto questo e di altro ancora parleremo e cercheremo di darvi delle informazioni, che possano aiutarvi a comprendere meglio cosa accade dentro la mente dei vostri bambini, cosa pensano, cosa sentono, quando ancora si trovano nell’impossibilità di manifestare con le parole i loro pensieri.

Sperando di farvi cosa gradita, vi auguriamo una buona lettura.
A presto.

Marcella Romano, psicoterapeuta

Chiara Bertossi, psicologa

Marzo 24, 2016

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